Se anche Berlusconi volesse far tacere i repubblicani Non è tollerabile in alcun modo sostenere che il fascismo, no-nostante le leggi razziali, abbia fatto cose buone per l’Italia. Basterebbe, per giudicare il fascismo, la perdita della libertà che il popolo italiano ha dovuto subire per quasi 20 anni. Libertà di parola, libertà di stampa, libertà di associazione sono state bandite dall’Italia durante tutti gli anni del fascismo imperante. I repubblicani possono testimoniarlo in prima persona. Per anni "La Voce Repubblicana" è stata colpita dalle squadracce fasciste, che sequestravano le copie stampate bruciandole nelle piazze, assaltavano e distruggevano le redazioni e la tipografia. Anni di intimidazioni e di vessazioni che hanno costretto "La Voce Repubblicana" a chiudere, e il PRI al silenzio. I repubblicani hanno pagato personalmente sulla loro pelle la dittatura. Randolfo Pacciardi, promotore dell’associazione combattentistica l’Italia Libera, Fernando Schiavetti direttore de "La Voce Repubblicana", Mario Bergamo segretario del partito, oltre a decine e decine di alti dirigenti repubblicani sono stati costretti all’esilio. Fra costoro anche Eugenio Chiesa, cui si deve la fioritura del porto di Marina di Carrara. Fu obbligato a raggiungere la Francia, mentre la sua casa veniva devastata (e il mobilio che si trovava in essa è ancora oggi in mano agli eredi di chi commise lo scempio). Molti altri repubblicani - e tra questi vogliamo ricordare Giovanni Conti e Francesco Perri, editorialista de "La Voce Repubblicana" - sono stati privati dei diritti di cittadinanza e costretti a vivere come fuoriusciti in patria. Questo è stato il fascismo e il giudizio della storia è ormai definitivo. La politica è una cosa molto seria e non può essere scambiata con il palcoscenico del Bagaglino. Malgrado tutto, il fascismo non è riuscito a far morire il Partito Repubblicano Italiano. Ci prova questo bipolarismo delinquenziale, ma non ci riuscirà nemmeno esso. |